mercoledì 21 novembre 2012

Crollo netto delle importazioni di cereali in Italia, cosa diavolo sta succedendo?


Non so se è una buona o una cattiva notizia, ma nei primi otto mesi del 2012 le importazioni di cereali in Italia sono letteralmente crollate (-16,7%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Vero che per la produzione di grano (tenero e duro) nazionale è stata una buona annata, ma non tale da giustificare simili riduzioni nelle importazioni. Per il mais nazionale, poi non dovrebbe esserlo stata proprio. Qualcosa non torna!

Di seguito l'articolo di Anacer con i dati di import/export ed in successione uno studio parecchio interessante:
Nel periodo gennaio-agosto del 2012, rende noto Anacer, le importazioni del settore dei cereali, semi oleosi e farine proteiche in Italia sono diminuite di circa 2 milioni di tonnellate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-16,7%)

Sono risultate in calo le importazioni dei cereali in granella (-1,8 mio/t), in particolare il granturco (-627.000 t), il grano duro (-406.000 t), il grano tenero (-376.000 t) e l’orzo (-311.000 t). 
Registrano una riduzione anche gli arrivi dall’estero sia di farine di estrazione (-115.000 t), che di semi e frutti oleosi (-98.000 t). 
L’import di riso nel suo complesso (riso lavorato, semigreggio e rotture) diminuisce del 10,2%; la riduzione si riscontra negli arrivi di riso dal Brasile (-9.700 t), dal Pakistan (-7.500 t) e dalla Thailandia (-3.400 t); In aumento invece l’import dall’India (+13.700 t).
Le esportazioni dall’Italia dei prodotti del settore cerealicolo nei primi otto mesi del 2012 sono diminuite del 10,7% (-296.000 t). 
In calo le vendite all’estero dei cereali in granella (-307.000 t, di cui -237.000 di grano duro), e dei prodotti trasformati a base di cereali (-8.900 t).
Risultano invece aumentare le esportazioni di farina di grano tenero (+9.000 t), di paste alimentari (+7.300 t) e dei mangimi a base di cereali (+9.300 t). 
La diminuzione riscontrata nel riso (considerato nel complesso tra risone, riso semigreggio e lavorato) si deve sia alle minori vendite verso i Paesi comunitari (-3.250 t), che alla riduzione delle esportazioni verso i Paesi terzi (-2.950 t).
I movimenti valutari relativi all’import/export del settore cerealicolo hanno comportato nei primi otto mesi del 2012 un esborso di valuta pari a 2.974,4 milioni di euro (3.471,2 nel 2011) e introiti per 1.888,4 milioni di euro (1.900,9 nel 2011).
Pertanto il saldo valutario netto è pari a -1.086,0 milioni di euro, contro -1570,3 milioni di euro nel 2011.
Fonte 

Leggendo lo studio della Fipe qualche timore che non si tratti tanto di mera rivalutazione del prodotto italico quanto di una crisi economica che sta assumendo sempre più aspetti drammatici, in Italia, coinvolgendo gli alimenti di base, sovviene:
Uno studio della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) relativo all'andamento dei consumi alimentari in Italia negli ultimi cinque anni (cioè da quando è iniziata la Crisi) segnala una forte contrazione della spesa che interessa tutti i settori merceologici dell'agroalimentare italiano. Il dato generale è oltremodo chiaro: tra il 2007 e il 2012 le famiglie italiane hanno diminuito il budget destinato alla spesa alimentare di 11 miliardi di euro (al netto della dinamica dei prezzi). E i tagli non riguardano soltanto beni voluttuari e spese superflue, ma vanno a toccare anche le principali voci di spesa: le vendite di pane e pasta negli ultimi cinque anni scendono in valore del 10%; le vendite di carne calano dell'8%; le vendite di formaggi perdono in valore il 9,9% (e considerando congiuntamente pane, pasta, carne e formaggi arriviamo a dei tagli che ammontano a oltre 6,6 miliardi di euro). Scendono drasticamente anche i consumi di frutta (-759 milioni di euro) e verdure (-835 milioni di euro), anche se in questi due casi la crisi ha radice lontane e più profonde (tra il 2000 e il 2010 le vendite di frutta e verdura in Italia sono scese del 22%.

ed ancora
mentre negli ultimi dieci anni i consumi alimentari domestici scendono di 11 miliardi di euro (con un decremento medio annuo, tra 2007 e 2010, del 2%, mentre la media europea registrava addirittura una crescita a un tasso medio dello 0,2%),
ed ancora
 La dinamica in corso sembra piuttosto di questo tipo: la spese alimentari domestiche sono sempre più al risparmio tagliando sulla qualità dei prodotti e pianificando sempre di più la spesa (infatti c'è un crescente successo anticiclico dei discount, mentre scendono i consumi domestici di filetti e tagli pregiati di carne e si assiste a un crollo degli acquisti alimentari d'impulso), mentre ci si continua a togliere qualche sfizio andando come prima al ristorante (ma meno spesso di prima). 
ed ancora
 In questo contesto certamente non aiutano l'inflazione e l'andamento al rialzo dei prezzi (in Italia gli alimentari costano il 6% in più della media Ue). 
Certo sta accadendo qualcosa di inimmaginabile, appena qualche anno fa. Si tratta di un momentaneo ridimensionamento dei consumi, di razionalizzazione degli sprechi o stiamo semplicemente scivolando verso la fame nera?
Vedremo...a sentire lui, niente di preoccupante. Ma ogni volta che utilizza un termine inglese son catastrofi, peggio dei Maya. 




2 commenti:

  1. Tutti a dieta in Italia!!! qualche mese fa un articolo parlava di un aumento dei consumi di pasta, se non ricordo male, per i primi 5 mesi dell'anno +4,6%, ora sono in calo!!! per quanto riguarda il duro e tenero, c'è stata una riduzione delle importazioni ma anche una riduzione delle esportazioni, considerando che la campagna 2012 si è chiusa con un bel incremento di produzione e di ottima qualità, non vedo la situazione così tragica. Per quanto riguarda il mais, l'anno scorso c'è stata una abbondante produzione, a giugno di quest'anno, gli stoccatori erano ancora pieni!

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  2. Non escludo che sia per questioni di linea.
    Non so se la situazione è tragica tuttavia una diminuzione di 2 milioni di t in otto mesi, cioè 3 milioni in un anno se il trend continua, sembra significativa.
    Nello specifico caso del duro tieni conto che già nel 2011 le importazioni di duro erano scese del 14 %, con produzioni nazionali modeste.
    http://www.noodls.com/view/C7854331200D00D7EBA98F93A7A373541CBD77B5

    Quindi questo calo si innesta su un dato già basso, e poi ogni tanto si legge che il consumo di pasta cresce, ma come la fanno 'sta pasta, allora?



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